Pannelli Sociali

Per una sociologia agita ed agente

Dei sociologi e della loro professionalità

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Lettera aperta ai sociologi,
alle varie Associazioni di categoria: ANS, SOIS, ASI, SISS,… Alle varie sigle sindacali: CGIL, CISL, UIL…

Gentili colleghi,

giusto per dar maggior concretezza agli intendimenti proposti alcuni giorni fa e che cercano di dar maggior determinatezza alla figura del sociologo professionale, voglio fare un esempio di quanto a volte questa figura possa invece essere necessaria, poiché la sociologia ha tanto da dire ed ancor più avrebbe da fare.

Alcuni anni or sono, mentre assolvevo l’incarico di coordinatore in una struttura socio-sanitaria, l’ente pubblico di riferimento, in prossimità di una tornata elettorale, decide di metter mano ad un rifacimento strutturale e logistico della struttura medesima. Ovviamente fu l’ufficio tecnico dell’ente a metter mano al suddetto rifacimento e, se parlo di ufficio tecnico mi riferisco a figure professionali quali: ingegneri, geometri, geologi..et cetera. Per carità, tutte figure che hanno competenze volte però al contenitore ma che non hanno competenze sui contenuti. Il rischio quindi sarebbe quello di plasmare il contenuto al contenitore, cosa che oggi, nella società dell’apparire sull’essere, è abbastanza comune. Ora e nell’esempio, uno su tutti e che vi riporto, successe che tra le varie cose, l’ente si prodigò per il rifacimento della pavimentazione di ampie terrazze di cui la struttura disponeva e di cui gli ospiti potevano piacevolmente godere. Terminati i lavori mi accorsi che le mattonelle della pavimentazione delle suddette terrazze si muovevano con piccoli moti ondulatori. Credendo che dovessero essere ancora stabilizzate, chiesi conto di questo all’ente pubblico il quale mi informava che i tecnici avevano adottato questa tecnica avanguardistica e che aveva la funzione di far fluire meglio le acque piovane. Purtroppo gli utenti che potevano godere di quelle ampie terrazze, erano persone con scarsa autonomia motoria e spesso era precaria nella deambulazione, quindi avrebbero avuto bisogno di una pavimentazione stabile, mentre con un tipo simile di pavimentazione si aumentava considerevolmente il rischio cadute degli utenti. Fatto è che quel tipo di terrazza non venne mai più usufruito dagli ospiti della struttura poiché belli, ma non funzionali per utenti che implicitamente avevano determinate fragilità, motorie e funzionali.

Tutto questo per dire che, ad esempio, il sociologo non può non essere inserito negli uffici tecnici ed in un’ottica multidisciplinare, poiché, se è vero che l’ingegnere mi può dar conto di quanto cemento devo mettere affinché la struttura regga, o il geologo, attraverso una relazione possa darmi conto della sostenibilità del terreno su cui sorge la struttura abitativa, è però il sociologo che può dar conto della funzionalità dell’abitazione in riferimento agli abitanti. Quindi e prendendo l’esempio succitato, se ci fosse stata pure una relazione sociologica a supporto, probabilmente certi errori non sarebbero stati commessi e l’ente pubblico non avrebbe buttato via i soldi del contribuente.

Questo ovviamente è solo uno dei tanti esempi che si possono fare ed in cui, nel caso, sarebbe la sociologia urbana, o la sociologia abitativa, ad esser chiamata in causa e che deve chiedere, all’amministratore, ergo…al politico, di inserire all’interno degli uffici tecnici ed in un’ottica di multidisciplinarità, il sociologo.

Mi rendo conto che, oggi soprattutto, il contenitore porti più consenso dei contenuti. Che le abitazioni siano più redditizie degli abitanti e che il sistema imperi in ciò di ipocrisie, ma se vogliamo dirigerci verso uno stato di maggior benessere, è il contenuto che deve plasmare e dar forma al contenitore, non il contrario poiché ciò indicherebbe una forzatura adattiva degli abitanti.

Questo è per dire che, occorre definire in maniera più puntuale i comparti di pertinenza sociologica ed ancora una volta si evidenzia che il nostro interlocutore è politico istituzionale primariamente e ciò presuppone noi si abbia la forza contrattuale per poter promuovere in tal senso la figura professionale del sociologo.

Ciò detto, ed in funzione del raggiungimento degli obviettivi, esorto le varie sigle associative che ambirebbero darci rappresentanza e pure alle variegate rappresentanze sindacali, a metter da parte acredini e distinguo e collaborare in maniera unitaria in tal senso.

Saluti,
Mirco Marchetti


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