Pannelli Sociali

Per una sociologia agita ed agente

Lo sguardo dell’animatore. Il caso di Maria

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Tra le varie competenze che attengono al fare animativo, vi è il dar soddisfazione ai bisogni espressi dalle persone che si hanno in carico. Oltre quindi al “far fare”, al “far esprimere” nell’accezione di “spremere fuori”. Oltre al far scoprire nuovi o nascosti talenti, l’animatore deve aver competenze anche al saper comunicare. Ora, è chiaro che se mi rivolgo ad una utenza anziana, ancora integra, o relativamente integra cognitivamente, non ho nessuna difficoltà al chiedere direttamente alla persona stessa di che cosa senta il bisogno ed accompagnarla lungo un percorso che possa darne soddisfazione.

I problemi sorgono nel momento in cui la persona si incammina in quello che la Feil chiamerebbe il disorientamento spazio-temporale diviso nei 4 stadi.

Ritengo il “Metodo Validation” una delle migliori prassi per poter comunicare, nel senso di “mettere in comune”, nella maniera più efficace con un anziano colto da demenza senile.

Dirà la Feil che, quando la persona inizia un deterioramento sensoriale; non vede più, non ode, l’olfatto si indebolisce.. insomma, quando i sensi, attraverso i quali noi ci appropriamo dell’ambiente esterno divengono inefficaci allo scopo, essi inizieranno ad udire gli echi del passato, a vedere i bagliori di un tempo trascorso ed andranno a risolvere problemi non portati a termine a tempo debito. Ora hanno il tempo per poterlo fare e spesso chiedono di essere aiutati in questo.

Il caso di “Maria” (nome inventato ma storia vera)

Maria è una signora quasi centenaria, con una buona mobilità, ma confusa e disorientata. Tutto il giorno si muove in maniera aberrante ed è preda da quello che viene chiamato “vagabondaggio afinalistico”. Siede in poltrona per pochi secondi, per poi alzarsi, percorre velocemente il corridoio, per poi tornare seduta per qualche secondo e tornare a rialzarsi di nuovo.

Ma è poco prima di mezzogiorno, durante la preparazione della tavola per i pasti quotidiani, che Maria inizia a spostare piatti, bicchieri, tovaglioli… portando scompiglio e riprovazione tra il personale e pure tra gli altri anziani che la sgridano continuamente.

In sede P.A.I, chiedo alla figlia della signora Maria di raccontarmi la storia di sua madre. La figlia inizia il racconto, per poi descrivermi una signora, oggi centenaria, come una ventenne libertina e poco propensa alle faccende domestiche e che per questa ragione veniva continuamente rimproverata dalla madre perché non si adoperava mai ad aiutare in casa pensando solo al divertimento.

Quando Maria ha 21 anni, sua madre muore. Maria avrà quindi una sua vita, dei figli, dei nipoti che le occuperanno i pensieri. Ora è una signora quasi centenaria ospite di una struttura.

Il giorno dopo, proprio mentre Maria è indaffarata come al solito a spostare dai tavoli, piatti, tovaglioli e quant’altro, chiedo lei che cosa stia facendo ed ella mi risponde: Aiuto mia madre, non vede!?

Ecco, Maria, presa per tutta l’esistenza ad accudire figli, nipoti… oggi ha tempo per riparare ad un senso di colpa negli effetti mai risolto. La Feil lo definirà il “tempo delle risoluzioni”. Questo oggi è il bisogno reale che Maria esprime, rimediare aiutando sua madre. Oggi ne ha il tempo, ma occorre la si comprenda nel reale bisogno e le si lasci spazio per assolverlo. Maria chiede solamente qualcuno che la comprenda e questo avviene, per l’appunto, attraverso la convalida dei sentimenti (Metodo Validation).

Cosa fa, nel caso, un buon animatore dunque per Maria? Anzitutto la mette in sicurezza portandole un tavolo da apparecchiare in uno spazio in cui non possa infastidire altri anziani o altre persone e la incoraggia ad aiutare la madre preparando la tavola.
Così facendo, Maria intuisce che qualcuno la comprende e si lascia da questi accompagnare lungo un viaggio impostato sulla fiducia dove un professionista stà attento al dar soddisfazioni ai suoi reali, ma per certi versi inespressi, bisogni. Poiché Maria non è un vuoto contenitore da riempire di contenuti, ma una somma di contenuti fragili e che chiedono aiuto e comprensione.

 

Mirco Marchetti


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