Pannelli Sociali

Per una sociologia agita ed agente

Educatore o Animatore

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Educatore o Animatore

Spesso mi viene chiesto che differenza c’è tra queste due figure professionali. Educatore e Animatore.

In maniera molto semplicistica, ricordiamo attraverso Freud che siamo composti essenzialmente di tre istanze: Es – Io – SuperIo

Ricordiamo che l’Es rappresenta il serbatoio di energie pulsionali e, nell’infante, questa sorta di cavallo che corre a briglie sciolte, va a modellare un Io ancora acerbo e per ciò stesso, possibilista. L’Es è inconscio, è impersonale, è privo di logicità, di pensiero astratto, di moralità, è lo spazio in cui le potenzialità espressive si formano. L’Es in pratica va a soddisfare quello che chiamiamo il “Principio di piacere

Il SuperIo rappresenta invece le norme morali e sociali. In pratica rappresenta l’insieme dei divieti sociali sentiti dalla psiche come costrizione e impedimento alla soddisfazione del piacere.

Il bambino piccolo è notoriamente amorale, non possiede inibizioni interiori contro i propri impulsi che desiderano il piacere. La funzione che più tardi assume il SuperIo viene svolta dall’autorità dei genitori. I genitori governano il bambino mediante la concessione di prove d’amore e la minaccia di castighi, che gli dimostrano la perdita d’amore e di per sé stessi sono quindi temuti. Questa angoscia reale è la precorritrice della futura angoscia morale; finché essa domina, non c’è bisogno di parlare di SuperIo e di coscienza morale. Solo in seguito si sviluppa la situazione secondaria – che noi siamo troppo facilmente disposti a ritenere quella normale – in cui l’impedimento esterno viene interiorizzato e al posto dell’istanza parentale subentra il SuperIo, il quale ora osserva, guida e minaccia l’Io, esattamente come facevano prima i genitori col bambino.” (Freud)

In tutto ciò, l’Io, ancorato al “principio di realtà”, si trova tra l’incudine ed il martello, pressato da richieste pulsionali ed illogiche dirette al soddisfacimento del principio di piacere, ma dall’altro lato si trova in ciò frenato da una morale che impone misure sanzionatorie nel momento in cui le norme sociali e comunitarie vengono violate. L’Io, in questa accezione viene ad essere un’istanza di mediazione.

Spinto così dall’Es, stretto dal Super Io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze e gli impulsi che agiscono in lui e su di lui; e noi comprendiamo perché tanto spesso non ci è possibile reprimere l’esclamazione: la vita non è facile!” (Freud)

Ora e solo per fare un esempio, se guardiamo un ragazzino, è chiaro che nell’atto educativo a lui rivolto noi andiamo, anche attraverso un fare educativo, a riequilibrare, nell’interiorizzazione delle norme e delle regole, la forza pulsionale dell’Es a favore di un SuperIo ancora acerbo ed immaturo.

Di contro, se abbiamo un anziano di terza o quarta età, in genere ci troviamo di fronte ad un SuperIo oramai granitico e che solo un buon animatore può riuscire a scalfire indirizzandosi anche verso una riscoperta creativa di pulsioni oramai imbrigliate.

In linea molto generale quindi possiamo affermare che, Animatore ed Educatore operano su due facce contrapposte di una stessa medaglia. All’anziano quindi può essere utile un animatore nella riscoperta di nuovi talenti prima celati, mentre al ragazzino serve un educatore per frenare pulsioni, anche attraverso l’introiezione del rispetto di regole che normano le più basilari relazioni individuali e comunitarie.

Ovviamente le affermazioni fatte sono puramente indicative e servono da spunto esplicativo in quanto l’animatore, attraverso i suoi strumenti che sono principalmente, ludico-ricreativi, oltre che di attivazione e riscoperta, possono aver efficacia anche con dei ragazzi, così come l’educatore a volte può mettere a disposizione i suoi strumenti anche con un’utenza di anziani.


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